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Il brevetto e la storia della sigaretta elettronica

La sigaretta elettronica, nota anche come e-cig o dispositivo di vaping, è diventata un fenomeno globale, poiché, grazie alla sua composizione, rappresenta una valida alternativa alle sigarette tradizionali.

 

Ma dov’è nata la sigaretta elettronica e chi l’ha brevettata? Ecco tutta la storia di questo dispositivo.

Gilbert e il brevetto della sigaretta elettronica

La storia della sigaretta elettronica è piuttosto complessa, in quanto non si può parlare di un unico inventore. Per essere precisi, bisogna tornare indietro di quasi un secolo: la primissima idea di sigaretta elettronica, infatti, risale al 1927.

 

A darne una prima forma quell’anno è stato il cittadino americano Joseph Robinson, che depositò il primo brevetto a New York, basato su un dispositivo chiamato “vaporizzatore ad accensione meccanica a butano”. Attraverso questo dispositivo tanto ingombrante quanto rivoluzionario, Robinson voleva vaporizzare per inalazioni una serie di sostanze medicali, scaldate per mezzo di un processo di combustione di quelle stesse sostanze. Il brevetto non ebbe successo e l’invenzione non fu mai lanciata sul mercato. D’altra parte, quella primissima sigaretta elettronica aveva ben poco in comune con i dispositivi odierni.

 

Bisognerà aspettare il 1963 per una nuova intuizione, e successiva messa in pratica, della sigaretta elettronica. L’artefice del nuovo sviluppo dell’e-cig è l’americano Herbert A. Gilbert, che brevettò una “sigaretta senza fumo e senza tabacco”.

 

Gilbert propose un dispositivo che ricordava quello di Robinson, ma non prevedeva la combustione di alcune sostanze. Il dispositivo, infatti, produceva vapore grazie a una batteria in grado di riscaldare la componente liquida della sigaretta fino a farla evaporare.

 

Nonostante l’ottima intuizione, neanche il progetto di Gilbert andò a buon fine, per una serie di motivi. Negli anni ‘60 non c’era un vero interesse commerciale nei confronti della sigaretta elettronica, in quanto non si sentiva ancora la necessità di trovare un’alternativa alla sigaretta classica. La comunità scientifica, infatti, aveva appena iniziato a parlare dei rischi del fumo.

 

In secondo luogo, i prototipi di Gilbert avevano dei difetti tecnici che non potevano essere risolti con gli strumenti a disposizione in quel periodo. Il problema principale era l’alimentazione a batteria, in quanto le batterie ricaricabili erano troppo costose e quelle convenzionali non erano adatte allo scopo.

 

Insomma, i tempi non erano ancora abbastanza maturi per far valere l’invenzione di Herbert A. Gilbert.

La sigaretta elettronica dopo Herbert Gilbert

L’idea di Gilbert fu ripresa diversi decenni dopo dal farmacista cinese Hon Lik, che diede inizio al suo progetto dopo la morte del padre. Visto il fallimento delle alternative al fumo esistenti, come i cerotti alla nicotina, Hon Lik iniziò a sperimentare un sistema di vaporizzazione, testando vari liquidi. L’obiettivo era trovare una soluzione che ricordasse l’inalazione del fumo di tabacco. Alla fine, scelse l’ormai noto glicole propilenico, un additivo alimentare che oggi rappresenta uno dei principali ingredienti delle e-cig insieme alla glicerina vegetale.

 

Dai primi prototipi, Lik diede vita a dispositivi sempre più pratici e maneggevoli. A dare man forte al progetto fu anche l’innovazione tecnologica. Con l’avvento degli anni 2000, infatti, le batterie a litio erano diventate di uso comune e potevano caricare diversi dispositivi come i cellulari o i computer portatili. Da questo punto di vista, il farmacista cinese aveva un grande vantaggio rispetto a Gilbert.

 

Il primo brevetto della sigaretta elettronica di Hon Lik risale al 2003, seguito dalla commercializzazione del prodotto tramite la società Golden Dragon con il marchio Ruyan (letteralmente “simile al fumo”). Dopo un primo successo in Cina, la sigaretta elettronica si diffuse in Europa e nel resto del mondo.

 

Nel tempo, le e-cig si sono evolute in maniera significativa, adattandosi a diverse tipologie di fumatori.